L'unica direzione possibile: da Londra alla Sardegna in bici



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Un viaggio in bici. Non altisonante per distanze percorse, non epico per luoghi o avventure cercate. Altri hanno fatto pedalate chilometricamente e esoticamente strabilianti. Due sole settimane nella ormai banale Europa. Allora perché scriverne? Chi pedala non é né uno scrittore (ma uno dei tanti economisti emigrati in Inghilterra) né un ciclista serio, di quelli che sputano l’anima e si impasticcano nelle granfondo. Un viaggio alla portata di tutti, ma che pochi intraprendono. Forse per pigrizia o per paure ataviche e comprensibili dalla vulnerabilità del mettersi quasi nudi su una strada in equilibrio instabile tra oggetti in movimento molto piú grandi di te. In realtà un’esperienza facile da intraprendere, che aiuta ad osservare con piú attenzione un mondo che altrimenti sfuggirebbe inosservato da un passaggio troppo veloce, lascia tempo per pensare e ragionare, rende possibili incontri tra pensone che altrimenti mai si degnerebbero di scambiarsi un cenno di saluto o persino una parola. Ma che soprattutto libera la mente, mentre si suda spingendo sui pedali e si strofinano le chiappe sul sellino. Un viaggio in solitaria che ti consente di svuotare la mente da tutte le preoccupazioni che la vita spesso ti butta contro. Perché sì, è veramente facile la vita quando l’unica preoccupazione è quella di percorrere un pezzo di strada in bicicletta, anche lungo o faticoso, nutrirsi, trovare un letto e godersi il resto. É facile fare una cosa sola. Semplice com’é il soddisfare i bisogni elementari e primitivi del mezzadro di un tempo. Un’esperienza che vale la pena di fare invece di accasciarsi sul tran tran della vita che molto prende ma che normalmente poco ti da.

Un viaggio pensando e ragionando su quello che ti passa attorno e su quello che si ricorda di una esistenza precedente, senza bicicletta. Un intervallarsi di pensieri e colpi di pedale. Ragionamenti leggeri, non strutturati e talmente volatili da mutare ad ogni pedalata. Lievi pensieri che saltano senza preavviso da considerazioni sull’Inghilterra, Italia e la Francia che sta attraversando, sugli amici, sul lavoro, su personaggi incontrati di sfuggita, a ricordi d’infanzia ed altro ancora. Pensieri spontaneamente anticonformisti, intervallati da sguardi laterali sulla Francia. Mezza Francia osservata da stradine minori e dimenticate. Una Francia che, tra file di pannocchie infinitamente noiose, ogni tanto nasconde una sorpresa. Anche se spesso le sorprese bisogna costruirsele, cercarsele o anche solo immaginarsele mentre pedali seduto su un sellino, due ruote ed un triangolo.... di ferro.
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