EVEREST: Io c'ero



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PROTAGONISTA DELLA STORIA RACCONTATA IN EVEREST
FILM D'APERTURA DELLA 72a MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
CON JAKE GYLLENHAAL, JOSH BROLIN E KEIRA KNIGHTLEY
«Un racconto emozionante e terribilmente vero.» The New York Times

B> Avanziamo a passo di lumaca nel turbinio di neve. Non riesco né a vedere né a fare nulla. Ci vogliono sforzi incredibili solo per rimanere dritti, per non parlare di spostare i piedi. È un terreno impossibile. Nessuno deve sedersi o rimanere indietro, perché sappiamo che fermarsi vuol dire morire. La bufera, la speranza della salvezza, l'irrealtà di questo incubo, ci fanno esclamare di tanto in tanto: "C'è una luce. Sento delle voci". Ma, tutte le volte, è una delusione. Gli sherpa non ci sono più. Dove saranno finiti?

Nel pomeriggio del 10 maggio 1996 Lene Gammelgaard, membro della spedizione di Scott Fischer, è diventata la prima donna scandinava a raggiungere la cima del monte Everest. Il giorno dopo era sopravvissuta a uno dei più terribili disastri della storia dell'alpinismo, raccontato nel film Everest.
Nel corso della notte, una tremenda tempesta e una serie di errori umani hanno cospirato per mutare un trionfo in una catastrofe. Otto persone sono morte in quella notte d'inferno, che continua a interrogare e a far discutere. L'entusiasmo della preparazione, l'arrivo in Nepal, le difficoltà della scalata sulla montagna più alta del mondo, l'incubo di una tempesta che ha costretto gli alpinisti ad affrontare la discesa in condizioni impossibili rivivono, passo dopo passo, nell'emozionante racconto di Lene. La sua voce appassionata non si limita alla cronaca, ma rende conto di emozioni e sentimenti, si sofferma sui risvolti psicologici della tragedia e offre una prospettiva illuminante e personale. Sull'alpinismo. Sull'ebbrezza che porta a rischiare la pelle. Sulla vita stessa, nuda e cruda. .